Non me ne voglia Shakespeare se prendo spunto dalle sue parole in Antonio e Cleopatra per descrivere la sensualità, la bellezza e la creatività di questa donna, la Marchesa Luisa Casati.
Mi è sembrato giusto scrivere un post su di lei, anche perché ne traggo quotidianamente ispirazione ed è precorritrice di tutte le tendenze. Forse qualcuno si illude che Lady Gaga o Madonna, su consiglio di qualche "stiloso stilista" o visagista, siano le uniche donne a giocare con la propria immagine osando e contravvenendo ad ogni buon costume che si rispetti o bigotta morale??!!! Beh, vi sbagliate. Loro non sono nient'altro che una "folkloristica" imitazione, venuta oltretutto male, di un dipinto più unico che raro.
Luisa Casati fin dalla tenera età inizia ad appassionarsi alle arti figurative, alla scrittura, inventa personaggi, diventa lei stessa un'opera d'arte attraverso la sua vita ed il suo aspetto estetico.
Sguardo languido e triste, occhi smarriti dietro una matita nera colata, bocca serrata in parole non dette, e quell'atteggiamento trionfale e pomposo di una regina che avanza fiera tra gli sguardi indiscreti e bramosi di corte.
Donna dalle mille risorse, libera, felina, poco accondiscendente alle altrui richieste, ama farsi fotografare, disegnare i suoi abiti, ornarsi il capo di piume e cristalli. Si concede con vezzo ai pettegolezzi, vi aleggia sopra, organizza incontri di artisti e pensatori del tempo nei suoi giardini di palazzo Venier Dei Leoni a Venezia, uno zoo a cielo aperto: albini, corvi, ghepardi e pavoni.
A lei si ispirano poeti, stilisti, truccatori di ieri e di oggi. Anche Coco Chanel ne resta folgorata. E' musa ispiratrice dei futuristi Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Fortunato Depero.
Nel 2004 nasce il brand inglese Marchesa da un'idea di Keren Craig e Georgina Chapman per omaggiarla e ricordarla. Da subito si rivela un successo.( http://www.marchesa.com/).
Sulle passerelle the smokey eyes delle modelle eteree e diafane puntano lividi gli obiettivi dei fotografi, non si concedono a sorrisi, non una mimica.
Morirà nel 1957 a Londra perchè si sa, la vita dura un battito di ciglia, ma il suo mito albergherà sempre nel cuore di chi si è affacciato al davanzale della sua sconvolgente storia con il rimpianto, probabile, di non aver mai fatto parte di quel meraviglioso mondo visionario.