Informazioni personali

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Mi presento. Sono nata in un freddo e grigio pomeriggio invernale dell'anno 1977. La mia prima apparizione sul palcoscenico "mondo" fu un po' rocambolesca e quasi "felliniana". Ho coltivato fin da piccola la passione e l'entusiasmo per le cose uniche, originali, a volte bizzarre ma tremendamente vere quanto insolite, che hanno reso e rendono la mia vita una pellicola cinematografica rara e meravigliosa. Laureata in Sociologia della Comunicazione, ho molti interessi che nutro con cura: la musica, il teatro, il cinema, la radio, la fotografia, la moda, i viaggi. Sento di appartenere a questo universo in continua espansione e so che anche lui mi appartiene, in maniera discreta, nei piccoli grandi gesti, in un abbraccio, in una foglia ingiallita, in un sorriso, quando mi regala momenti indimenticabili. Mi piace scrutare il mondo, sbucciarlo come si fa con un frutto, assaporarne la polpa. Credo che non vi sia spettacolo più bello della scoperta e della condivisione della felicità. Questo blog è una telecamera sulla mia e vostra vita, una sceneggiatura in cui tendenze, passioni, gusti, giochi e bisogni si intrecciano... ed allora non mi resta che augurarvi "Buona Lettura"

giovedì 29 marzo 2012

Street Art&Postproduzione

Cammino per la città e mi imbatto in sentieri, dimore, volti sconosciuti. Dal centro si diramano tentacoli verso periferiche luci ed i riflessi timidi di lampioni solitari abbracciano autobus umidi in corsa. Mi volto e scorgo una parete affrescata, mi avvicino, osservo silenziosa. E' riproduzione di un mondo, il mio mondo, il vostro, un groviglio di segni e significati che si sprigionano prepotentemente, è passato e presente, una ricombinazione di informazioni  plasmanti e d'itinerari già battuti.

"Arte" non è più creare dal nulla qualcosa o un processo lineare che inquadri un inizio, uno sviluppo ed una fine come evidenza indiscutibile ma diviene un'interconnessione di elementi già esistenti in scenari multipli con multiple vaziarioni ed interpretazioni, per l'appunto una postproduzione.
La città diviene un laboratorio a cielo aperto, un porto verso cui si infrangono onde spumose di continenti, dialetti e tradizioni differenti. Cos'è dunque "arte"?
Personalmente ritengo che "arte" sia "genio", il momento in cui la rappresentazione comunemente condivisa della realtà viene filtrata e diviene amo nel mare delle idee e delle incaute certezze per pescare nuove sensazioni, nuove libertà, nuove opportunità.
Gli spazi dimenticati e degradati della metropoli si trasformano in racconti visionari i cui personaggi "surreali" rispecchiano problematiche sociali attualissime. Sto parlando della street art di cui validi referenti BLU ed ERICAILCANE le cui identità restano un mistero ma le cui opere sono facilmente riconoscibili.
Eccovi di seguito alcuni lavori.
Blu è stato definito nel 2011 da The Observer uno dei  dieci migliori street artist in circolazione. Ha iniziato nel 1999 ad eseguire una serie di  graffiti a Bologna presso la zona universitaria per poi farsi apprezzare in tutta Europa ed America. Il suo talento è stato sottolineato da numerosi artisti e gallerie ma non ha mai voluto svelare la sua identità . A lui il riconoscimento di un'arte fruibile incondizionatamente da tutti in spazi pubblici metropolitani ed in rete, un viaggio virtuale nella precarietà dell'esistenza e l'invito a riscattarsi rispetto ad un sovrasistema che si autoreferenzia prepotentemente a scapito dell'individuo.
Ericailcane ha iniziato a collaborare con Blu a partire dal  2003 e questo sodalizio ha  partorito una serie di opere di spiccato interesse (ad esempio uomini ed animali secondo  una certa ciclicità cosmica ed un equilibrio compenetrante). Anch'egli apprezzato all'estero, è stato adottato da Pictures On the Walls appartenente alla galleria londinese Lazarides mecenate di artisti d'alto calibro quali, per fare solo due nomi, Banksy e Stanley Donwood.
La loro è un'arte che tende a dare forma e peso a processi invisibili e dimenticati a causa di una globalizzazione sempre più invadente che trasforma  il nostro vivere quotidiano in elemento di consumo. E' un riscatto, la voglia del mondo come esperienza da vivere e non subire.
E questo impulso intesse relazioni nuove, trasforma le intenzioni in "fare", motiva a guardare oltre il recinto invisibile.
La vita diventa una tela, la vetrina di un negozio, un muro bianco, la strada, un vagone abbandonato, su cui dipingere umori, dissapori, gioie istantanee. 
Ecco perchè parlo di postproduzione...perchè possiamo continuamente reinventare noi stessi partendo da ciò che già esiste e che ci circonda, rielaborarlo, non cercando ulteriori o introvabili espedienti